Vino Veritas

La luce negli occhi

Interminabile… Il viaggio che ci divide dalla nostra meta dal nome impossibile da pronunciare e tanto meno da ricordare. Un susseguirsi di cambi di mezzi di trasporto: via aria, via terra, via mare, condanna il nostro viaggio. Mentre la nostra imbarcazione  sobbalza preda di un mare reso inquieto dai venti, all’orizzonte comincia a rivelarsi una sagoma, una montagna ricolma di vegetazione la sovrasta, alcuni tratti della sua costa sono ricoperti da una sabbia bianchissima, tanto bianca da riflettere la luce del sole e, accentuata ancor più dal nero degli scogli vulcanici che la delimitano. Qui, il segno indelebile della laboriosità della natura è in ogni dove e in ogni cosa. Il nostro arrivo dal sapore salino, inumidito da una discesa prematura in mare all’altezza delle ginocchia, mi svela una sorpresa meravigliosa.

Un’isola capace di inneggiare le sue virtù, al sole e al mare, alla natura e alla terra. Qui il necessario ed il superfluo non hanno trovato ragione di convivenza. Siamo accolti da un gruppo di mal vestiti e mal organizzati indigeni travestiti da figure professionali alberghiere imposte dal sistema a cui sono soggetti come comitato di benvenuto. A colpirmi, in verità, non è la loro presenza del tutto involontaria, ma imposta, quanto il loro sorriso gratuito e senza ombre, solare e genuino non un atteggiamento di circostanza ma, un inconsapevole gioia refusa per tutta la spiaggia, convogliata nei loro visi. Una grande luce negli occhi. Un forte aroma di ylang ylang ci viene incontro inebriando il nostro olfatto e un the alla vaniglia e cannella conquista le nostre gole.

Sapori e odori che ci accompagneranno durante tutta la nostra permanenza… Rinfrescati e rifocillati veniamo accompagnati alla nostra destinazione ultima. Una casetta sulla spiaggia situata esattamente la dove la prorompenza della vegetazione lascia spazio all’equilibrio più magico, tra l’acqua e la sabbia… Una sabbia bianca e finissima, così fine che di giorno a piedi scalzi non si percepisce alcun calore. Un’acqua limpida dalle tonalità smeraldine in un trionfo di trasparenze verso riva. Qui l’uomo è sempre e solo stato uno spettatore della creazione. La casetta essenziale dal tetto a punta, è incastonata tra degli alberi secolari e perfettamente ambientata ai sensi dell’ecologia locale. Nella sua parte affacciata sulla spiaggia è stata sapientemente costruito un patio in legno, sulla sua sinistra, abbarbicata tra due alberi che gli regalano ombra perenne, c’è una deliziosa amaca che, son certo, mi regalerà delle emozioni. Dal lato opposto, sospesa sull’albero più maestoso della spiaggia, un’altalena che spadroneggia sulla spiaggia con una vista sull’orizzonte da togliere il fiato.

La luce si intiepidisce, va in onda lo spettacolo del tramonto, posti in prima fila, il silenzio rotto da una musica di sottofondo e una bottiglia. Non una bottiglia qualsiasi, ma lei. Non poteva che essere lei, sinonimo di eleganza per momenti di licenziosità, specchio delle anime più pretenziose. Champagne. Rigorosamente blanc de blancs, sinuosamente morbido, elegante, raffinato, dai toni floreali che lo caratterizzano, figlio prediletto della Cote de Blancs. Il suo perlage brillante trasforma in mito questo tramonto. Tsarabanjina è definitivamente parte della storia della mia vita. Al calar della notte, lo spettacolo diventa sogno. Ho potuto veder molti grandi cieli stellati, ma, solo orane scorgo uno immenso. Le posso quasi toccare , non trovo un angolo di cielo orfano di luce.

 

Se possedessi quest’isola e il paradiso, affitterei il paradiso e vivrei qui…

Redazione

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