Vino Veritas

Idee di viaggio: alla scoperta del Sable de Camargue

camargueL’estate nel bene e nel male fa venir voglia di vacanza. Che tu possa viaggiare con una valigia in mano e una fotocamera al collo, o solo con il pensiero, oggi ti propongo un’esperienza sensoriale da non perdere. Sì, lo so, tra noi e i cugini francesi c’è un lieve antagonismo quando si parla di cucina e di vini, ma le eccellenze, che siano francesi o no, vanno raccontate. Per questo oggi si parte alla volta della Camargue.

Non è solo terra di cavalli bianchi, fenicotteri rosa e acquitrini: questa meravigliosa nicchia mediterranea in terra francese è anche casa di vitigni a cinque stelle che crescono eccellentemente in aree paludose, sabbiose e saline.

Da questa commistione di elementi che pare siano stati pigliati a caso nasce un vino insolito, che sorprende il palato, il Sable de Camargue, a identificazione geografica protetta.

Se il vino merita d’essere assaporato, è indubbio che tutta la zona debba essere visitata: non si tratta dei soliti vigneti che siamo abituati a vedere; si tratta piuttosto di vigne abbracciate da paesaggi surreali. Ci sono le dune sabbiose, le pinete, le paludi e le saline. Nello specifico le sabbie sulle quali hanno messo radici questi vigneti sono sabbie marine, trasportate dal vento e immerse in un clima a mezza strada fra quello mediterraneo e quello continentale.

Il vino lo si apprezza di più se si conosce la fatica che i vignaioli locali fanno per far crescere la vite e per tutelarne l’habitat. Erosione eolica, periodiche inondazioni e umidità esagerata sono solo alcune delle nemiche contro le quali si deve combattere contrapponendo rimedi antichi che contribuiscono a fare dei vini Sable de Camargue essenze leggere e delicate, che ben si accompagnano con le pietanze di pesce, esattamente come la tradizione culinaria camarguaise consiglia.

Insomma un viaggio alla scoperta del territorio, da farsi a cavallo o in 4X4, ma anche una scoperta del vino e della tavola di questo angolo di Francia da visitare assolutamente.

Claudia Zedda

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