Vino Veritas

Il vino l’ho pagato e viene a casa con me!

Quante volte siete andati al ristorante, magari in 2, e a fine pasto vi siete ritrovati con la bottiglia ancora mezza piena (o mezza vuota se siete degli irrinunciabili pessimisti). Oppure avete preso una sola bottiglia quando invece volevate stupire i vostri commensali proponendo abbinamenti ad hoc per ogni portata?
La preoccupazione di non finire la bottiglia, e il rischio di incappare in etilometri sulla strada del ritorno, sono due fattori che influenzano non poco sulla scelta del vino al ristorante.
Solitamente si ripiega acquistando il vino al calice (buona fortuna!) oppure optando su un vino un po’ più economico, minimizzando il senso di colpa nel caso non lo si riuscisse a finire.
Per ovviare a questo problema, e soprattutto spingere i consumatori ad acquistare vino in un periodo in cui la sensibilità al prezzo è elevata, sono nate alcune iniziative che permettono ai clienti di portarsi a casa la bottiglia di vino acquistata per il pasto.
Teoricamente questo è già legalmente possibile, ma l’imbarazzo di chiedere al cameriere di potersi portare a casa la bottiglia è una barriera psicologica spesso invalicabile.


Ecco quindi che nascono iniziative volte ad incentivare questa pratica, nella speranza che possa diventare una usanza e non più una stravaganza di pochi esercizi commerciali. Spesso si tratta di iniziative a livello locale come Avanzo Divino, promossa dalla Provincia di Piacenza.
A livello nazionale, siamo riusciti a trovare solamente ButaStupa, al cui interno potete trovare l’elenco degli esercizi commerciali aderenti suddivisi per regione (non molti a dire il vero).
E a voi, è mai capitato di mangiare in un ristorante che permettesse di portare a casa la bottiglia a fine pasto?

Redazione

3 commenti

  • Questo articolo capita a fagiolo.

    Proprio l’altra sera sono stato in un ristorante/enoteca nella bassa provincia reggiana che offre e promuove questo tipo di servizio. Per essere precisi all’enoteca “Il Vecchio Borgo” di Novellara.

    Non ho usufruito dell’iniziativa perché, come al solito, nella nostre uscite è assai difficile che la bottiglia non si vuoti… 🙂

    Colgo l’occasione per dirvi che proprio in questa serata abbiamo dato inizio al progetto di autoformazione enologica. In pratica ho proposto ai miei amici di dedicare una parte di ogni uscita alla presentazione del vino che si sta per bere. Ogni volta viene eletta una persona che deciderà quale bottiglia si berrà nella serata successiva. Tale persona non dovrà comunicare agli altri partecipanti la propria scelta e inoltre avrà il compito di effettuare una mini-relazione del vino e di quello che ne concerne, come ad esempio i vari termini tecnici e quant’altro.
    Devo dire che come prima serata non è stato affatto male. Avendo dovuto decidere senza aver sottomano la carta dei vini locale, e volendo rendere omaggio alla mia regione, ho scelto un tranquillo Sangiovese Aulente del 2007. Riscontrare con i propri sensi quello che leggi sulle schede tecniche è davvero affascinante…

  • Ciao Atrax
    Bel progetto, complimenti. Ti invidio perchè avrei voluto farlo anche io ma nella mia cerhcia di amici sono pochi quelli interessati al vino. Se vorrete, tu e i tuoi amici potrete condividere le vostre esperienze sul vostro forum cosi da espandere virtuallmente il vostro gruppo.
    Per quanto riguarda l’aulente, ne abbiamo parlato anche su VinoVeritas:
    https://www.vinoveritas.it/vini-emilia-romagna/igt/rubicone/aulente-san-patrignano-2006/

    A presto!

  • E’ vero, diciamolo, che bisogna un po’ violentarsi per riportare a casa quello che si è effettivamente pagato. Ci sono pochi locali, pochi ristoratori seri che non storcono il naso nel momento che si chiede il dovuto: che siano gli avanzi per il cane, che tanto mangiamo noi, come la mezza bottiglia: molto apprezzata, ma della quale ci dimenticheremo, dopo pochi secondi, pure se usciamo con tutte le buone intenzioni di riacquistarla. Tanti i ristoratori che parlano di crisi, troppi direi, ma pochi fanno effettivamente qualcosa per venire incontro alle nuove esigenze dei clienti, in crisi pure loro. Io, ad esempio, ho “scovato” a Roma, poco distante da Campo de’ Fiori (luogo oramai deputato al solo pascolo dei turisti ingenui), un eccelente ristorante, per nulla banale, con un buon rapporto qualità-prezzo e che non mi consente, anzi mi consiglia, di portarmi a casa la mia buona bottiglia di vino non finita.
    Si tratta della TRATTORIA MODERNA, un locale aderente al circuito NONFINISCEQUI!: circuito, che mi pare di capire, cerca di diffondere le idee già citate nel vostro articolo. Segnalo volentieri la TRATTORIA MODERNA e l’iniziativa di NONFINISCEQUI, visto che quando bevo una buona bottiglia, ma non mi trovo in enoteca, vorrei poterla portare comunque a casa.

    LA GOURMET FAI DA TE.