Vino Veritas

I vini della California

Su VinoVeritas si parla di vini italiani, ma a volte si sente la necessità di guardare fuori dai confini nazionali. In questo articolo cerchiamo di esplorare un territorio relativamente giovane, quello americano ed in particolare della California.
Forse molti di voi avranno conosciuto l’universo vitivinicolo della California grazie al film Sideways. Cerchiamo ora di analizzare questo territorio in maniera più dettagliata.
Negli Stati Uniti la vite era diffusa ancor prima dell’avvento dei conquistadores spagnoli. Si trattava di Vitis Labrusca, vite selvaggia che dava vini dal sapore deciso e dolciastro (sapore che venne ribattezzato Foxy). I primi emigranti europei cercarono quindi di esportare la Vitis Vinifera in America ma i loro tentativi non diedero mai i frutti attesi. Le varietà di Vitis Vinifera morivano una volta piantate su suolo americano. Solo in seguito si scoprì che la causa di questa incompatibilità era la Phillossera, un agente devastante che attaccava le radici della vite.

Data l’intensità degli scambi tra vecchio e nuovo mondo, la Phillossera arrivò presto in Europa dove fu responsabile di una tragica devastazione della maggior parte dei vigneti europei. La soluzione fu quindi quella di innestare i piedi americani, immuni alla filossera, con le barbatelle europee. In questo modo, in America ed in Europa, si poterono (ri) costruire i vigneti andati distrutti. I pochi vigneti rimasti intoccati dall’attacco della fillossera (spesso si tratta di vigneti collocati in zone sabbiose, dove la fillossera non trova l’habitat giusto per proliferare), sono chiamati ancora oggi vigneti a piede franco, dato che il loro piede non è un innesto americano.

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Tornando agli Stati Uniti, la California deve il suo successo nel campo del vino ad un ungherese, Agoston Haraszthy che a metà 800 importò numerose talee europee e piantò a Sonoma i primi vigneti. Il clima favorevole, influenzato dalle catene montuose che si svilupano da nord a sud, decretarono il successo della viticoltura nelle zone di Sonoma, Napa Valley, Mendocino, Lake e Santa Barbara.

I vitigni più coltivati sono il Merlot, il Cabernet Franc, il Petit Verdot, il Pinot nero, il Petit Syrah, il Grenache, il Gamay, il Carignan, lo Chardonnay, il Sauvignon Blanc, il White Riesling e il Viogner. Tra tutti, il più diffuso è lo Zinfandel, parente stretto del Primitivo di Manduria, che da vita a vini rossi corposi, fruttati e caldi, predisposti ad invecchiamento. Tra i produttori di questa zona il più celebre è sicuramente Robert Mondavi, vero pioniere del vino morto circa un anno fa.

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Dopo Napa Valley, è Sonoma la zona più celebre della California. Qua trovano un ambiente perfetto il Cabernet Sauvignon e lo Zinfandel. Anche Mendocino si distingue per la predisposizione naturale alla viticoltura. Predisposizione che spinse il produttore francese di Champagne Roederer ad impiantare in questa zona i vitigni tipici dello Champagne, il Pinot nero e lo Chardonnay.

A livello legislativo, le denomnazioni americane sono gestite dal BATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms) e prevede l’utilizzo dei termini Reserve e Private Reserve solamente per i vini particolarmente meritevoli.

Con questo si conclude questo breve viaggio nella California, nella speranza che possiate assaggiare qualche vino proveniente da queste zone.

Ultimo aggiornamento 2024-04-26. Link di affiliazione. Immagini da Amazon Product Advertising API

Redazione

8 commenti

  • Articolo interessante.

    Solo una cosa che mi fa un po’ sorridere è vedere il Merlot tra i vitigni più coltivati quando proprio in Sideways esso viene spesso castigato, e a parer mio, con valide ragioni… 😉

  • articolo di sintesi, interessante.
    mi sento solo di fare un appunto: in realtà la figura del colonnello Haraszthy è avvolta nel mistero, ci sono tante cose vere e non, l’unica cosa certa è che portò in california le barbatelle di una vite con lo stesso profilo genetico, DNA, del primitivo di manduria. Il lavoro di impiantare la vitis vinifera era già stato compiuto in modo rilevante dai monaci delle missioni e dagli immigrati, poi.

    viva il cabernet!

  • Io qualche anno fa’ ho provato quello che tutti gli addetti del settore menzionano come uno dei migliori vini degli interi USA, l’Opus One, annata 1990 (cabernet sauvignon con una buona percentuale di merlot). L’unica cosa che mi è rimasta impressa è l’enorme e sproporzionata quantità di vaniglia data da un uso eccessivo della barrique.
    Ben poco di tutto il resto…
    Personalmente non lo comprerò mai più!!!
    Miei amici mi hanno portato a casa di recente un paio di vini che non conosco dalla California. Li farò riposare in cantina per qualche anno e poi vedremo se dovrò rivedere la mia considerazione negativa del modo di interpretare il vino degli amici oltreoceano.

    Ah, il vitigno geneticamente identico al nostro primitivo è lo zinfandel.
    Bye.

  • cavolo Steve, non ti fai mancare nessun grande vino! Io ho letto diversi articoli sull’Opus One ma non ho mai avuto modo di assaggiarlo. Sapevo che era nato dallo sforzo congiunto di Mouton Rothschild e Mondavi.

  • Ho visitato la napa valley in aerostato,ho visitato Mondavi ed altre fattorie,ho assaggiato Chardonnay, Champagne e Cabernet Sauvignon,non male,i nostri sono decisamente migliori.Cordiali saluti